Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore, vicini ma distanti

Flavio Briatore e la moglie Elisabetta Gregoraci, a Monte Carlo, condividono un fine settimana in famiglia a bordo piscina con il piccolo Nathan che si diverte con i cuginetti.
Mentre l’imprenditore, tra tuffi e bracciate, dimostra di avere una certa affinità con l’acqua, Eli, sempre bellissima, seduta sulla scaletta immerge solo i piedi. Tra marito e moglie non uno sguardo o un gesto complice anche se i due smentiscono le voci di crisi…

ELISABETTA GREGORACI E FLAVIO BRIATORE

Capelli raccolti, bikini nero e occhiali da sole per Elisabetta, che in piscina con i suoi uomini ha occhi solo per Nathan Falco. Sexy, con tanto di addominali a vista, preferisce controllare il bambino dall’alto impegnato a giocare in acqua con i figli di sua sorella Marzia. Al fianco della showgirl, poco distante, c’è Flavio che, nonostante un fisico leggermente appesantito, da’ prova di essere un abile tuffatore, come dimostrano le immagini di “Chi”. Tra i due però sembra regnare il gelo. Solo poco tempo fa l’imprenditore ha dichiarato: “Non siamo in crisi: e poi separarmi costerebbe troppo”.
Pare forse che non sono piaciute alla moglie che non ha ancora dimenticato. Intanto la coppia si prepara, come ogni anno, a trasferirsi in Sardegna, dove Briatore possiede un famoso locale.

Tristezza

La tristezza vien vissuta come un valore negativo
mentre invece va vissuta come un valore positivo
non commettere l’errore di denigrare la tristezza
ad esempio Gino Paoli ci ha costruito su un impero
un impero conosciuto come Impero di Gino Paoli
ma con ciò non intendo affermare che egli abbia fatto male
ad esempio Luigi Tenco ci ha prosperato molti anni
fino a quando poveretto non ne è rimasto sopraffatto
salvo grasse novità dalla riapertura dell’inchiesta
ma se ti guardi intorno
il problema è che i miliardi fanno passare la tristezza
e così il tuo impero crolla come un castello di sabbietta
basterebbe regalare le canzoni tristi a tutti
la tristezza si misura in litri di lacrime
ad esempio io una volta ero triste tredici litri.
Ma che piangere che fa la tristezza ha ha ha ha
ma se ti guardi intorno
tristezza, pianto disperato, angoscia e depressione insomma triste
benzodiazepina non toccarmi la tristezza, farmaco
generico non mi spaventi tu
piangi pure se sei triste, non fa ridere la tristezza
non ti devi vergognare di un sentimento così antico
anche nell’antichità ci son stati personaggi tristi
ad esempio Giulio Cesare quando è stato pugnalato
come dargli torto, è sempre triste venire pugnalati
specialmente da tante persone contemporaneamente
ma se ti guardi intorno
viva la tristezza simbolo di mentalità vincente
non a caso quando vinci provi una grande contentezza
che poi vien spazzata via da un’onda anomala di tristezza
ma se ti guardi intorno

Lucio Battisti – Nel cuore, nell’anima

Un bambino conoscerai
non ridere non ridere di lui aah…
Nel mio cuor nell’anima
c’è un prato verde che mai
nessuno ha mai calpestato, nessuno,
se tu vorrai – yeahh conoscerlo –
se tu vorrai conoscerlo
cammina piano perchè
nel mio silenzio
anche un sorriso può fare un rumore.
(paaaa.. paaa..) –
non parlare (paaaa.. paaa..)
– non parlare (paaaa.. paaa..)
– non parlare…
Nel mio cuor, nell’anima
tra fili d’erba vedrai
ombre lontane
di gente sola
che per un attimo
è stata qui
e che ora amo perchè
se n’è andata via
per lasciare un posto a te
per lasciare un posto a te
Per lasciare un posto a te.
Nel mio cuor, nell’anima
tra fili d’erba vedrai…

MARGARET “LA VOLPE” & MARY “L’ORSACCHIOTTO”

Ovvero: cuffiette bestiali.
Nonostante la mia apparente latitanza dal mondo della maglia virtuale, continuo ad esistere e a sferruzzare (e a controllare da lontano, attente/i, non mi sfugge nulla!). Uno dei risultati del mio incessante sferruzzare dietro le quinte; sono queste due cuffiette a tema “bestiolina”, e ora vi racconto come sono nate.
Nell’autunno appena passato mi contattò Laura, una ragazza che avevo avuto modo di conoscere al FabLab Biella, che aveva necessità di mani che rendessero materiale e tangibile una sua idea: una cuffietta che ricordasse una volpe, destinata ad una bimba appena nata di nome Margaret.
C’è da giocare con ferri e gomitoli, vorrai mica tirarti indietro, no?
E quindi, fra una telefonata e una whazzappata, ecco che prende forma la prima cuffietta, fulva e con due orecchiette appuntite e pronta per volare oltre Manica.
Ma non è tutto.
Siccome di bimbi appena nati che hanno bisogno di cuffiette con orecchie è pieno il mondo, appena sistemata la volpina Margaret, si è presentata una nuova occasione: trasformare la piccola Marianna in un altro animaletto.
Questa volta la parte creativa è stata tutta mio appannaggio e, tanto che c’ero, ne ho approfittato per giocare ancora un pò: niente volpi ma orsi. La piccola Marianna si trasformerà in una “terrificante” orsacchiottina!
E Laura? Laura c’entra ancora, perchè tra una chiacchiera e l’altra salta fuori l’idea di trasformare le sue cuffiette in una collaborazione con l’impresa per cui lei lavora, la Zegna Baruffa Lane Borgosesia, storica azienda nel settore della filatura 100% Made in Italy, che ha fornito il filato con cui sono state confezionate queste creazioni.
Il progetto è andato a segno? Siamo riuscite a trasformare le due piccole in una volpina e orsetta?
Giudicate voi, io e Laura pensiamo proprio di sì!
P.S. Le cuffie sono state confezionate con i gomitoli in 100% Cashmere di Zegna Baruffa (108 metri per 25 grammi); i colori usati sono: Aragosta per la volpina, Caffè Mélange per l’orsetto, Corda per l’interno delle orecchie della volpina e per il ricamo del musetto dell’orsetto. Il filato è morbido e pregiato, come si confà a doni preziosissimi e ricercati, e fa parte della linea di aguglieria Handknits Baruffa.
Entrambe le cuffie, con l’aggiunta delle scarpine che vedete in foto, stanno diventando un pattern.
Come sempre vi auguro momenti felici sferruzzanti e ci si rilegge presto.
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Megulia Dotata

Megulia Dotata.

Megulia, la quale gli antichi Romani chiamarono Dotata, penso io, essere stata romana in quella rozza, e, acciocchè io la chiami così, senza età, nella quale quegli che cercarono le splendide cose d’Asia e le ricchezze dei grandi re, dispregiata quella, non aveano quastato lo nobile animo. La quale donna acquisto per Soprannome Dotata, secondo che io penso, piuttosto per chiarezza, de’ suoi, che per merito d’alcuna sua opera. Perchè in quel tempo parse sì maravigliosa  cosa dare in dote cinquecento migliaia di danari, che fu posto nome, a chi si dava, Dotata: e perseverò per molti tempi intanto, che se, oltre all’usato costume, fosse aggiunto alcuna cosa alla dota d’alcuna fanciulla, incontanente era chiamata Megulia Dotata.

megulia-dotata

o buona semplicità! o laudabile povertà! quello che la povertà faceva parere meravigliosa cosa giustamente, ora parrebbe uno scherno alla lascivia presente. Perchè noi abbiamo intanto passato d’ogni parte la misura, che appena lo calzolaio, appena lo marangone, appena lo bastagio ovvero lo villano troverai, che per sì piccola cosa ovvero dote voglia tor moglie. E non è maraviglia, perchè eziando una femmina di popolo ha preso le corone delle reine, fibbiale d’oro, fregiature ed altri ornamenti le usano quegli, non dirò superbamente, ma senza vergogna. E non so se io dica, agli animi, sono sì ingranditi, troppo consentendo, a noi; o se piuttosto, che penso sommamente vero, per nostro difetto sono sì amati i vizi e gl’insuperabili desiderj degli uomini.

Giovanni Boccaccio

De claris muljeribus
VOLGARIZZAMENTO
DI MAESTRO DONATO ALBANZANI DA CASENTINO
[ca. 1336 – fine secolo XIV]

Mi fai stare bene (video)

Da quando tu, sei scesa dentro me
ho capito che non era bello niente, perchè niente è come te…..
e tu, in un quadro di VAN GOGH ti eri persa tra i sentieri…..
ma dov’eri
prima di………. TOCCARE ME..!!!!!!!!!!
da quando poi….. innamorati o no…
ho capito che eri come ti immaginavo
e che eri proprio te
MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
E DI STARE BENE NON MI STANCO MAI
MI FAI STARE BENE, MI FAI STARE BENE
sembri l’alba di un mondo… CHE SIAMO NOI

SCIABADA’

ricordo che…. giocavi insieme a me.. mi parlavi di un
amore misterioso ed io geloso poi di chi? ……….DI ME!!!!!!!!!!
E NON MI ACCORGEVO CHE….
ero già nei tuoi pensieri, e non capivo, non volevo, NON LO SO!!

MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
giocano i colori e non ti fermi mai
è bello ritornare, è bello per amore
in un giorno uguale non ti ho vista mai… proprio mai
proprio mai…

SCIABADA’

MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
E DI STARE BENE…. NON MI STANCO………. dai!
MI FAI STARE BENE, MI FAI STARE BENE
meglio di così non sono stato mai
mai….. E IO TI TENGO QUA………. e io ti tengo qua!

11.10.2016

Caro Francesco,
Stasera stranamente mi sento serena. Cioè è già da un mesetto che mi sento decisamente meglio. Sarà perché ho capito che il problema non ero di certo io, sarà perché esco con gente che vuole uscire proprio con me e mi vuole bene, o forse è perché come mi disse qualcuno “per amore si soffre solo un terzo del periodo complessivo della storia”. Il che rispecchia cosa è effettivamente successo ma che non non spiega come mai per te abbia sofferto per anni quando non siamo stati insieme neanche un giorno… ma forse noi siamo l’eccezione che conferma la regola… Sì deve essere così.

Francesco, mi sento decisamente meglio: merito forse dell’inverno in arrivo, del colloquio che ho domani, delle belle canzoni che ascolto in questo periodo, del fatto che ricevo apprezzamenti e forse anche del fatto che credo di aver rimorchiato un ragazzo.
Ahahah io che rimorchio fuori da una chat…. ma ti sembra possibile?
Mai capitato davvero. Ma d’altronde c’è sempre una prima volta. E credo che lui sia la mia prima. Lui è tenero, si vede che mi apprezza per quella che sono, e non per l’idea di me, non perché sono la meno peggio degli 80 utenti presenti in stanza quella sera. Ma che ti posso dire.
Non ho intenzione di cogliere l’occasione. Ho smesso di accontentarmi. L’ho sempre fatto e guarda a cosa mi ha portato… a niente! Mo’ basta. Si cambia.
Innanzitutto lui deve essere simile a me, altrimenti non si va da nessuna parte. E poi deve essere bellissimo, almeno per me, ed intelligente, sensibile, amorevole. Sì deve essere dolce, affettuoso, romantico.
Mi sono scocciata di adeguarmi a uomini poco romantici, poco affettuosi, poco veritieri. I ragazzi con cui sono stata e non stata, negli anni mi hanno distrutta.. Tu compreso, anzi tu specialmente. Avete sempre “giocato” secondo le vostre regole. Ed io ho sempre cercato di essere come mi volevate, così ho finito per cambiare in peggio quella che sono, o che per meglio dire: ero. Ma adesso basta. Ora sono io che tengo il mazzo e scelgo a chi servire. E ti assicuro che non ho intenzione di perdere la prossima partita. io so’ che LUI esiste, e che è l’altra parte della mia mela. Dobbiamo solo incontrarci. Dobbiamo solo capire chi troverà chi e quando. Una volta incontrati si aggiusterà tutto. Io sarò in grado di guarire lui e lui me.
E non ci sarà più nessuna ombra del passato ad offuscare il nostro presente.Sapremo ricominciare da capo e non avremo paura.
Paura di lasciarci andare, di essere una dell’altro, di quello che ci accadrà domani.
E fino a quando non l’avrò incontrato non cercherò storielle.
Meglio sola che a perdere tempo con qualcuno che non sia lui.

Caro Francesco,
Sai cosa ho appena fatto? A tre persone ho mandato il seguente messaggio “Sai una cosa? Ho capito che non ha senso non dirlo, tenerselo dentro come una vergogna, …ti voglio bene! Ecco fatto”.
Essì, l’ho fatto davvero. Non voglio aspettare un minuto di più per dire certe cose. L’amore, in tutte le sue forme, deve essere esplicato. Si pensa sempre che le parole non siano importanti o che si avrà tempo di dire quella stessa cosa domani.
Ma sappiamo che potrebbe non esserci un domani. E allora perchè rimandare? Voglio farlo. Voglio farlo tutte le volte che posso. Perchè l’amore non è mai scontato. L’amore porta altro amore, ne sono certa. Ed io ne merito.

Caro Francesco,
Io non mi abbatto. Ho avuto solo una brutta partenza. Ecco tutto. So che andrà meglio.
Saprò scegliere con più cura da adesso in poi e la ruota comincerà presto a girare per il verso giusto anche per me. No, non mi arrendo e non mi scoraggio: domani potrebbe essere già il giorno che tanto ho atteso.

Buona serata re dei miei sogni più belli.

Con amore,
Barbara 

883 – Una canzone d’amore (Official Video)

Se solo avessi le parole
te lo direi
anche se mi farebbe male
se io sapessi cosa dire /io lo farei
io farei
io lo farei sai
se lo potessi immaginare
dipingerei
il sogno di poterti amare
se io sapessi come fare
ti scriverei
Una canzone d’amore
per farmi ricordare
una canzone d’amore
per farti addormentare
che faccia uscire calore
che non ti so spiegare
una canzone d’amore
solo per te
solo per te
solo per te
solo per te
solo per te
se un giorno io riuscissi ad entrare
nei sogni tuoi
mi piacerebbe disegnare
sulla lavagna del tuo cuore
i sogni miei
i sogni miei lo sai
e se si potessero suonare
l’inciderei
e poi te li farei ascoltare
se io sapessi come fare
ti scriverei
ti scriverei
Una canzone d’amore
per farmi ricordare
una canzone d’amore
per farti addormentare
che faccia uscire calore
che non ti so spiegare
una canzone d’amore
solo per te
solo per te
solo per te
solo per te
solo per te
se io avessi le parole
le potessi immaginare
fosse facile spiegare
si riuscissero a suonare
se potessi raccontare
se sapessi come fare
se sapessi cosa dire allora ti scriverei
Una canzone d’amore
per farmi ricordare
una canzone d’amore
per farti addormentare
che faccia calore
che non ti so spiegare
una canzone d’amore
per farmi ricordare
una canzone d’amore
per farti addormentare
che faccia uscire calore
che non ti so spiegare
una canzone d’amore
solo per te

 

Edoardo Vianello – I Watussi (1963)

Nel continente nero,
alle falde del Kilimangiaro,
ci sta un popolo di negri
che ha inventato tanti balli
il più famoso è l’hully gully, hully gully hully guuu… 

Siamo i watussi, siamo i Watussi,
gli altissimi negri,
ogni tre passi, ogni tre passi,
facciamo sei metri.

Noi siamo quelli che nell’equatore
vediamo per primi la luce del sole
siamo i Watussi.

Siamo i Watussi, siamo i Watussi,
gli altissimi negri,
quello più basso, quello più basso,
è alto due metri.

Qui ci scambiamo l’amore profondo
dandoci i baci più alti del mondo
siamo i Watussi.

Alle giraffe guardiamo negli occhi,
agli elefanti parliamo negli orecchi,
se non credete venite quaggiù,
venite venite quaggiù…

Siamo i Watussi, siamo i Watussi,
gli altissimi negri,
ogni tre passi, ogni tre passi,
facciamo sei metri.

Ogni capanna del nostro villaggio
ha perlomeno tre metri di raggio
siamo i Watussi.

Nel continente nero,
alle falde del Kilimangiaro,
ci sta un popolo di negri
che ha inventato tanti balli
il più famoso è l’hully gully, hully gully hully guuu…

Siamo i Watussi, siamo i Watussi,
gli altissimi negri,
quello più basso, quello più basso,
è alto due metri.

Quando le donne stringiamo sul cuore
noi con le stelle parliamo d’amore
siamo i Watussi.
Qui ci scambiamo l’amore profondo
dandoci i baci più alti del mondo
siamo i Watussi.
Noi siamo quelli dell’Equatore
vediamo per primi la luce del sole
siamo i Watussi.

Nel continente nero…

Progetto Eolie

Università degli Studi di Messina

Centro Studi di Filosofia della Complessità “Edgar Morin” – Messina

Rivista Complessità – Messina

Dottorato di Ricerca in Filosofia – Messina Catania Palermo

Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – Napoli

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – Napoli

Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

Università della Calabria

Universidad de Buenos Aires

California Institute of Integral Studies – San Francisco

Comune di Lipari

Comune di Leni

Comune di Malfa

Comune di Santa Marina Salina

Comune di Piraino

CONOSCERE E VIVERE LE ISOLE EOLIE

Progetto di ricerca Internazionale

Coordinatore del progetto: Giuseppe Gembillo

Partecipanti Messina: Maria Rita Abramo, Costanza Altavilla, Annamaria Anselmo, Maria Arcidiacono, Luigi Baldari, Francesco Ballarino, Guido Bellinghieri, Caterina Benelli, Mario Bolognari, Bartolo Cannistrà, Carmelo Casella, Antonella Cava, Concetta Celi, Antonella Chiofalo, Angela Cimato, Enza Colicchi, Francesco Crapanzano, Luisa Damiano, Dario De Salvo, Adele Foti, Edvige Gambo, Fabio Gembillo, Guido Gembillo, Gaetano Giandoriggio, Giuseppe Giordano, Selene Giuttari, Giuliana Gregorio, Mary Guerrera, Valeria Maggiore, Federica Mazzù, Pino Mento, Rosa Musolino, Cesare Natoli, Giuseppina Noto, Letizia Nucara, Smeralda Olivo, Matilde Orlando, Fabrizio Palombi, Anna Maria Passaseo, Danila Pirri, Rosa Grazia Romano, Fabiana Russo, Lucia Sandonato, Domenico Santoro, Vincenzo Savica, Caterina Sindoni, Concetta Sirni, Ettore Smiroldo, Nunziacarla Spanò, Giacomo Tripodi, Angela Verso

Partecipanti Napoli: Lucio D’Alessandro, Antonio Gargano, Oscar Nicolaus, Ernesto Paolozzi, Federica Paolozzi, Lea Reverberi, Antonella Rossini Oliva.

Partecipanti Milano: Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti, Fabio Introini, Cristina Pasqualini

Partecipanti della Calabria: Fabrizio Palombi

Partecipanti Parigi: Edgar Morin

Partecipanti Buenos Aires; Leonardo Rodriguez Zoya

Partecipanti San Francisco: Linda Macchia, Alfonso Montuori, Sara Roe, Jennifer Wells

Descrizione del progetto

Il progetto nasce da un interesse specifico manifestato da alcuni studiosi del California Institute of Integral Studies e prontamente accolto dai componenti il Centro Studi di Filosofia della Complessità “Edgar Morin”, è volto a indagare, mediante un approccio metodologico “complesso” e interdisciplinare, il rapporto dell’uomo con le Isole Eolie a livello sociologico culturale ecologico scientifico e operativo.

Particolare attenzione sarà rivolta ai diversi modi di vivere il territorio da parte degli abitanti tradizionali, di quelli “stagionali” e dei turisti di tutto il mondo.

Lo Sguardo, che parte da San Francisco, spazierà da Messina a Milazzo, a Piraino, a Napoli, a Milano, a Buenos Aires e si propone di individuare identità e differenze tra le sette perle del Tirreno.

Avvio del progetto

  1. Sara Roe sul tema: in che senso la società eoliana può essere definita “florente”? 
  2. Linda Macchia sul tema: Immagini “interne” delle Eolie  

Tappe successive

  1. Identità e differenza tra le Eolie
  2. Cultura e formazione delle Isole e nelle Isole Eolie
  3. Il punto di vista degli eoliani
  4. Gli occhi dei turisti
  5. Autonomie e dipendenze delle isole Eolie
  6. Autorganizzazione delle isole Eolie
  7. Autodifesa degli eoliani
  8. Le forme delle Eolie
  9. Piraino e le Eolie come “panorama”
  10. Milazzo ponte per le Eolie
  11. Le economie delle isole Eolie
  12. I suoni di Eolo
  13. I sapori delle Eolie
  14. Il problema Sanità nelle Eolie
  15. Tempo e Spazio nelle isole Eolie
  16. I venti di Eolo
  17. Il mare di Eolo
  18. Le Eolie isole del fuoco

Eventi e convegni

Scuola estiva di Alta Formazione “Eolo” – Lipari

Convegni e Seminari periodici sulle tematiche specifiche, nelle varie isole

Convegni Telematici tra Messina, Milazzo, Napoli, Piraino e San Francisco.