***Amori in corso***

***Amori in corso*** di Claudio Baglioni

Amori a cavalcioni sui muretti si sfiniscono di baci con un’ansia dolce e il cuore rotto, amori incatenati sulle moto vanno scoppiettando incontro al mare con il costume sotto, amori delle ultime file che all’uscita dei cinema ancora hanno i volti accesi amori dei gelati di aprile benedetti dal sole come panni stesi amori sbullonati in riva al mare sulle lambrette che aspettano un’estate nuova e azzurra e un’altra storia amori rifugiati in fondo a un tram di gente che ritorna occhi impigliati si imparano a memoria amori di domenica al centro angeli e santi che piombano giù da chiese di carbone amori che l’inverno a rinchiuso dentro per terra si rigirano in una canzone amori lunghi di tramontana si accompagnano e bevono eccitati le scale in un sorso amori dentro sciarpe di lana tuffati nelle strade degli amori in corso amori di mare quando la pelle s’increspa e ha paura sono una cosa sola con le stelle e il velluto di una notte scura amori che sono nati quando è nato il vento che spoglia il cielo degli ultimi colori ed un intero giorno che tramonta e se ne va pi lento amori eterni come l’acqua alle fontane e i giorni sono un pò più lunghi e si esce fuori a respirare gli orizzonti e le montagne amori sotto vuoto dentro le cabine e un sole che va giù insieme al gettone parlano con le mani amori corsi a ripararsi al buio dei portoni si scrollano la pioggia dai capelli come i cani amori di vernice sui muri quando la campana fa volate i ragazzi di scuola amori a un ballo come canguri cuori mischiati su una pista come stagnola amori sfumati nel vento in auto gonfie di musica e di sere accelerate amori matti che si corrono dietro e si sdraiano ad asciugare le anime bagnate amore di neve quando l’aria impazzisce di bianco e tra le braccia quel senso d’amore che ci consuma e ci fa il cuore stanco amori quanti chilometri di amori al mondo un pò smarriti in questo traffico di cuori così diversi così uguali di una vita o di un secondo amori che sono vivi in questo stesso istante che mi confonde in altri giorni e in altri odori adesso che non ti conosco adesso che tu sei distante amori mille miliardi nell’universo mille miliardi di stelle e di dolori adesso che ancor prima di trovarti forse ti ho perso

ANTONELLA RUGGIERO – MISTER MANDARINO (FT. BANDA OSIRIS)

Oè oè Mister Mandarino, dimmi tu chi sei
dimmi cosa fai..
Oè oè Mister Mandarino, ma di dove sei,
dove te ne vai.
Sono venuto da,
sono venuto da molto lontano, per caso
eccomi qua,
io sono l’anima dell’amore
che passa e se ne va
e porto sempre con me la voglia di sognare
distese verdi per chi è triste e non sa amare.
Oè oè Mister Mandarino, che sorprese dai,
quando parli tu,
oè oè Mister Mandarino, calda estate sai
danno gli occho tuoi.
un gran Paese giallo di limoni, il succo eccolo qua,
l’essenza dolce della primavera col vento non

se ne andrà.
Imparerete tutto a poco a poco, domani me
ne andrò
e se per voi non è soltanto un gioco,
rimpianti non lascerò
a molti ancora darò l’azzurro dei miei mari
per non vedere più chi è triste e non sà amare
Oè oè Mister Mandarino, hai nel mondo noi
tu non morirai,
oè oè Mister Mandarino, c’è chi aspetta vai,
Coro: c’è chi aspetta non fermarti mai.
Oè oè Mister Mandarino, non pensare a noi,
tutto è chiaro vai.
Oè oè Mister Mandarino, c’è chi aspetta sai,
non fermarti mai.
Oè oè Mister Mandarino…

Che brutto periodo…

Rieccomi rientrata.. dopo tanti giorni di silenzio.. non ho avuto neanche il tempo di leggere i vostri blog o di salutarvi cari amici.. ma purtroppo ho passato un periodo di inferno..

ieri mattina sono uscita dall’ospedale.. ho passato la mia prima notte in una stanza d’ospedale.. nn ci sono mai stata fortunatamente in 28 anni e non pensavi ci sarei stata x una cosa così brutta… comincio con il raccontarvi delle mie “compagne” di stanza.. allora, accanto al mio letto c’era Cinzia, una ragazza di qualche anno + grande di me con all’attivo 6 gravidanze: le prime 3 finite con aborti spontanei, e le altre 3 finalmente andate bene.. le prime due erano femminucce e dopo 13 mesi è arrivato Giuseppe: carinissimo, un fagottino tenero tenero che solo a guardarlo ti scendevano le lacrime.. poi c’era Debora, una donna di 35 anni al secondo parto: la prima femminuccia, ed ora era arrivato Angelo Pio, piccolo piccolo, appena 3.150 Kg… e poi c’era una ragazza marocchina: una faccia da ragazzina, ma già alle spalle una triste storia.. non parlava italiano, neanche il suo nome eravamo riuscite a farle dire: era alla terza gravidanza.. la prima terminata al 5° mese di gestazione con il bambino nato ormai morto; la seconda altrettanto drammatica, anche stavolta terminata al 5° mese, ma miracolosamente la bambina è sopravvissuta (con grande stupore dei medici che non le davano molta speranza), un pò minuta, con qualche problemino alle mani ma operabile quando sarà + grandicella, ma per il resto una bimba bellissima e vispa…. e ora, alla terza gravidanza rischiava nuovamente un parto precoce, questa volta era appena entrata nel 7° mese e iniziava già ad avere le contrazioni: putroppo il suo problema era genetico, avrebbe avuto tutte gravidanze a rischio.. ora non so cosa le sia accaduto o cosa le accadrà, ma il mio pensiero va a lei..

Per parlare di me, parto dal principio…

E’ stato circa un mesetto fa quando ho scoperto di aspettare un bambino. ero al settimo cielo, nonostante Stefano non lo fosse: la sua paura era di non riuscire a dare a nostro figlio/a tutto ciò di cui necessitava per le indigenti condizioni economiche in cui versiamo ultimamente: io, disoccupata da + di un anno e attualmente senza speranze di trovare un buon lavoro.. lui all’ultimo anno di università prima della laurea breve: la prospettiva era di lasciare l’università e mettersi a cercare un lavoro come operaio o cose così (ma anche questo scarseggia) oppure continuare gli studi e vivere sulle spalle dei nostri genitore (che poverini, non arrivano a fine mese neanche loro dopo anni di sacrifici).. come vedete, avere un figlio attualmente è come un suicidio: vorresti dargli tutto, ma puoi dargli solo amore e coccole e a lungo andare questo non basta +.. passano due settimane tra varie discussioni su come fare, colloqui di lavoro andati male, ricerche anche peggio.. mi sono trovata in un periodo di stress enorme, nausea 24 ore su 24… stanchezza inaccettabile.. insomma, non me la passavo molto bene.. e intanto era già alla 7° settimana…

vado dalla dottoressa per fare la prima ecografia, sono all’8° settimana.. il feto è perfettamente nell’utero, le dimensioni sono normali: 3.4 cm (piccolissimo ma il cuore è già formato).. peccato che non abbia battito cardiaco, in poche parole avevo perso il piccolino… pianti, rabbia, dolore… di tutto e di +.. forse la colpa è stata mia, mi sarò stancata troppo… oppure ha deciso di andarsene da solo pensando che non era il momento giusto x venire al mondo… la testa mi scoppia, ma purtroppo una spiegazione a tutto ciò non c’è o forse sono io che non voglio trovarla..

la dottoressa mi dice di correre in ospedale prima che mi venga un’emorragia… corro al primo ospedale.. acchiappo il dottore per caso nel corridoio, mi guarda in faccia e mi dice che il tempo per prendere le prenotazioni è finito, devo tornare fra 7 giorni (eh sì.. io intanto aspetto l’emorragia).. così delusa vado via…

intanto passano altri sette giorni.. la dottoressa mi riscrive la ricetta con la nota “urgente”..

provo in un secondo ospedale.. è il 17 marzo, giorno di festa.. l’unità d’Italia, sono 150 anni…
dopo varie attese riesco ad asporre il mio problema ad una dottoressa che sembra molto gentile e disponibile: mi dice che al momento non ci sono posti letto, quindi sarei dovuta tornare il giorno seguente di prima mattina.. scoraggiata e impaurita x una imminente emorragia, decido di tornare nel primo ospedale..

ma qui il colmo: le infermiere mi dicono che oggi è un giorno di festa e il dottore ha deciso di “fare festa” non presentandosi al lavoro (e questo guadagna 6000 euro al mese, paradosso dei paradossi, che schifo)..
così, rassegnata, decido di ritornare l’indomani al secondo ospedale sperando che vada tutto bene…

in tutto ciò voglio ricordare che Stefano non si è staccato da me un attimo, abbiamo condiviso tutto, pianto insieme, ci siamo fatti forza a vicenda, consolati e quant’altro.. dopotutto era una cosa solo ed esclusivamente nostra e abbiamo deciso di non coinvolgere nessun altro… solo e soltanto noi due..

sono le 7.30 di mattina, di venerdì 18 marzo.. arrivo all’ospedale.. devo attendere una mezz’oretta l’arrivo della caposala.. arriva, le espongo il problema e decide per il ricovero, così mi manda in reparto per i prelievi e l’elettrocardiogramma…. ma mentre sono lì arriva un altro medico infuriato: posti non ce ne sono e non posso togliere posti a chi arriva per un parto urgente… così mi alzo e alzo la voce: è una settimana che vado sbattendo a destra e sinistra, la mia situazione non è più difficile di un parto urgente, io il bambino l’ho perso e sto peggio di chi sta per averlo.. e inoltre non posso rischiare di mettermi a dormire nel mio letto e di non svegliarmi + perchè l’emorragia mi ha sorpresa nel sonno…

così, sentendo urla e discussioni, intervengono la caposala di prima, il dirigente di reparto e un altro medico: divisi e con pareri contrastanti, ma almeno 3 su 4 sono daccordo con me; il mio caso è urgente e necessito di un imminente ricovero..

così aspetto la bellezza di 6 ore in sala d’attesa, in attesa appunto del posto letto che arriva alle 13.30.. mi chiamano: mettiti il pigiama e subito a letto.. peccato che Stefano non possa stare tutto il tempo con me, così è costretto ad attendere ancora in sala d’attesa…

io nel frattempo mi metto il pigiamino prestatomi dalla mia sorellina e mi infilo sotto le coperte in attesa del mio destino… venti minuti di attesa e inizia la trafila: candeletta x far dilatare l’utero, indurmi le contrazioni (fa strano sentire questa parola alla 9° settimana) e far arrivare le perdite…
dopo tre ore e mezzo niente da fare, l’utero non vuole dilatarsi… seconda candeletta, sperando che agisca in fretta xke conto di uscire stesso in serata essendo un day-hospital…

ma nel frattempo si sono fatte le 21.30 e dell’operazione ancora non si sente nominare… Stefano è costretto a tornare a casa xkè non può rimane lì essendo maschio, così io mi preparo a passare la prima notte della mia vita in un ospedale… la cosa non è che mi dispiaccia tanto, l’ambiente è caldo, pulito, le compagne di stanza piacevoli e il letto comodo…

ma ecco che  alle 21.50 arriva l’infermiera a prendermi per portarmi in sala operatoria… lì altra mezz’ora di attesa, l’anestesista ancora non è pronto, gli infermieri stanno come i pazzi perchè non sapevamo del mio arrivo e avevano già sistemato le sale operatorie e la dottoressa ritarda… io cagata sotto dalla paura, ho il terrore delle siringhe, vado in panico solo a vederne e il pensiero dell’anestesia totale mi fa ancora + paura.. così gli infermieri per sdrammatizzare iniziano a parlare dei miei tatuaggi… arriva il la dottoressa, il momento fatidico è arrivato.. si inizia con l’inserimento della flebo, le vene non si trovano così sono costretti a tentare per 4 volte fino a quando riescono ad inserirmela nella mano, un dolore da pazzi.. poi arriva la siringona di anestetico, una roba bianca che sembra latte e appena iniziano ad iniettarmela sento un dolore lancimante al braccio, così arriva la mascherina d’ossigeno e cado in un sonno profondo.. ricordo solo di aver sentito per tutto il tempo il rumore del monitoraggio cardiaco, bah.. mi sembra strano.. non dovevo dormire?!?! cmq alle 22.40 sono di rientro in camera, raschiamento eseguito… i dolori si fanno + persistenti ma sopportabili.. così, dopo aver chiamato Stefano e rassicurato sulle mie condizioni, verso mezzanotte inizio a prendere sonno….

ah.. ho dimenticato di dire che sono stata digiuna la bellezza di un giorno e mezzo.. e x me che sono di buona forchetta è stata una tragedia… cmq alle 10.45 di sabato mattina, dopo una breve visita di controlla, mi mettono in uscita…

e mentre Debora e Cinzia davano il benvenuto ai loro piccoli.. io dicevo addio al mio…

e nella mia piccola tragedia personale, ho capito una cosa molto importante: che Stefano è diventato una persona troppo importante della mia vita, senza lui non saprei che fare.. e spero che in un futuro ci siano un riscatto positivo x entrambi.. insieme…

ABORTO: mezzo milione di bambine sono abortire ogni anno in India

Nella sostanziale indifferenza dei paladini dei “diritti riproduttivi”, e in barba ai diritti elementari della persona (tra i quali dovrebbe esserci prima di tutto quello di nascere, anche se si è di sesso femminile), in India continuano ad aumentare gli aborti selettivi delle bambine.

Sono mezzo milione l’anno, sostiene uno studio dell’Università di Bristol condotto dall’economista anglo-indiana Sonia Bhalotra, e sono cresciuti in una proporzione “senza precedenti” anche nelle famiglie indù più ricche e istruite.
Non sono quindi solo i tradizionali motivi di indigenza ad alimentare un fenomeno così odioso.

I maschi, come è noto, nella società indiana sono considerati fonte di sicurezza economica nella vecchiaia dei genitori, mentre le femmine hanno bisogno di una dote per sposarsi e sono destinate a vivere nella famiglia del marito. Dopo i primi allarmi sulle “femmine mancanti” nelle statistiche demografiche, nel 1996 l’India si è dotata di una legge che proibisce gli aborti selettivi per sesso. Una norma impotente, nei fatti, a impedire che con un’ecografia, offerte per poche rupie da persone che girano nei villaggi rurali con apparecchiature portatili, le femmine sono individuate e poi abortite.

Lo studio dell’Università di Bristol rileva anche anche dove c’è già un maschio si preferisce non far nascere femmine, e questo va ad aggravare uno squilibrio tra i sessi già in atto. Nel 2008 si calcolava che in alcuni distretti del Madhya Pradesh c’erano già quattrocento donne ogni mille uomini. (“Il Foglio”, 18 febbraio 2011).

Rileggere un libro

Rileggere un libro vuol dire scoprire nuovi elementi, nuovi personaggi, nuovi passaggi che durante la prima lettura ti erano sfuggiti… rileggere un libro vuol dire riassaporare e arricchire un testo che già ti aveva colpito.
Ci sono dei libri che ti colpiscono, che ti sono piaciuti talmente tanto che ogni tanto vuoi “rispolverarli” rileggendoli… questi libri non sono classificabili in base all’importanza o al successo che hanno avuto al pubblico, ma sono solo classificabili in base all’importanza e al periodo in cui tu li hai letti.

 

 

 

Personalmente io ho molti libri che amo rileggere… alcuni sono i “classiconi” come Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen o Jane Eyre di Charlotte Bronte… libri ambientati nell’Inghilterra dell’800, periodo storico che amo molto. Altri libri sono più “importanti” come ad esempio Il buio oltre la siepe di Harper Lee o Venuto al mondo di Margareth Mazzantini. Altri ancora sono libri assolutamente leggeri, che però mi fanno ridere e che rileggo magari nei momenti in cui mi sento un pò più giù, e il primo tra tutti è Sai tenere un segreto di Sophie Kinsella, l’autrice della serie I love shopping per capirci… quando leggo quel libro inizio a ridere dalla prima pagina… pensate che una volta ero in autobus verso Salerno e il mio vicino di posto pensava fossi matta… ad un certo punto ho dovuto interrompere la lettura perchè non riuscivo a calmarmi!!!

Qui sotto vi propongo trelibri che amo molto, non famosi ma per me bellissimi…
Se vi fidate leggeteli!

L’altra parte del mondo
McCullough Colleen, 2004, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Euro 9,50

 

 

 

 

1787: l’Australia è un continente inesplorato, appena scoperto dal capitano Cook, e disabitato. Gli inglesi decidono di colonizzarlo inviando elementi indesiderati – galeotti, reietti, le loro guardie – che giungono con la prima flotta a Botany Bay nel 1788. Fra i deportati c’è anche Richard Morgan, armaiolo inglese, incastrato dai suoi nemici con una macchinazione astuta e crudele. Ma “dall’altra parte del mondo” il coraggio, l’onestà e l’ingegno possono ancora cambiare la vita di un uomo.

Shantaram
Roberts Gregory D., 2009, Neri Pozza
Euro 23,00

 

 

 

 

Nel 1978, il giovane studente di filosofia e attivista politico Greg Roberts viene condannato a 19 anni di prigione per una serie di rapine a mano armata. E’ diventato cocainomane dopo la separazione dalla moglie e la morte della loro bambina. Ma gli anni che sueguono vedranno Greg scappare da una prigione di massima sicurezza, vagare per anni per l’Australia come ricercato, vivere in nove paesi differenti, attraversarne quaranta, fare rapine, allestire a Bombay un ospedale per indigenti, recitare nei film di Bollywood, stringere relazioni con la mafia indiana, partire per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici, tornare in Australia e scontare la sua pena. E raccontare la sua vita in un romanzo epico di più di mille pagine.

L’ultima concubina
Downer Lesley, 2009, Piemme
Euro 12,00

 

 

 

 

Giappone, 1861. Il giorno in cui il corteo reale era passato attraverso il villaggio per scortare la futura sposa dello shogun verso il castello di Edo, la strada, di solito affollata di carri e viaggiatori, era deserta. Nella vallata non si udiva un solo rumore e tutti erano immobili, in attesa. Solo la piccola Sachi aveva infranto le regole e aveva alzato la testa verso la portantina che avanzava lungo la via.
L’aveva fissata solo per un attimo, ma era stato abbastanza perchè quel gesto cambiasse il corso della sua vita. Quattro anni dopo, Sachi vive ormai stabilmente a Edo. Ha seguito la principessa Kazun fin dal giorno in cui è passata nel suo villaggio e i loro occhi si sono incrociati, scambiandosi una muta promessa. Da allora è stata educata secondo le ferree regole del palazzo e adesso, compiuti i quindici anni, è pronta per essere introdotta al cospetto dello shogun. Così impone la tradizione e così deve essere: la principessa deve offrire in dono al marito una concubina, e Sachi è la prescelta. cospetto dello shogun. Così impone la tradizione e così deve essere: la principessa deve offrire in dono al marito una concubina, e Sachi è la prescelta.

Di seguito la nuova classifica dei libri più venduti con tutte new entri!

1) La legge del deserto
Smith Wilbur, Longanesi
Euro 19,60

Hazel Bannock, bellissima e raffinata vedova di un miliardario americano, tiene ben salde le redini dell’impero che il marito le ha lasciato. Per garantire la sicurezza del suo impianto petrolifero più importante, oggetto di frequenti attacchi terroristici, si avvale di un plotone di mercenari guidatida Hector Cross, ex SAS noto per i suoi metodi sbrigativi, talvolta estremi. Benchè nasca una forte attrazione sin dal loro primo incontro, tra i due non corre buon sangue: Hazel non ama l’aggressività di Hector e il suo carattere brusco e rude. Un evento tragico, tuttavia, sta per unirli: l’unica figlia di Hazel, la ventenne Cayla, viene rapita da un gruppo di terroristi islamici, insediati in una delle zone più selvagge e aride dell’Africa, una terra in cui il deserto corre a filo del mare e in cui anche gli esseri umani più tenaci sono messi a dura prova.
Nonostante tutte le sue resistenze Hazel sa che solo Hector Cross può tentare l’impresa impossibile di strappare cayla dalle mani dei terroristi. Ma un destino più insidioso del vento che soffia tra le dune la costringerà a esporsi in prima persona e a fare ricorso a tutto il suo coraggio e alla sua forza…

2) Odore di chiuso
Malvaldi Marco, Sellerio Editore Palermo
Euro 13,00

In un castello della Maremma toscana vicino alla Bolgheri di Giosuè Carducci, arriva un venerdì di giugno del 1895 l’ingombrante e baffuto Pellegrino Artusi. Lo precede la fama del suo celebre “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, il brioso e colto manuale di cucina, primo del genere, con cui ha inventato la tradizione gastronomica italiana.
Ma quella di gran cuoco è una notorietà che non gli giova del tutto al castello, dove dimora la famiglia del barone Romualdo Bonaiuti, gruppo tenacemente dedito al nulla. La formano in due figli maschi, Gaddo, dilettante poeta che spera sempre di incontrare Carducci, e Lapo, cacciatore di servette e contadine; la figlia Cecilia, di talento ma piegata a occupazioni domestiche; la vecchia baronessa Speranza che vigila su tutto dalla sua sedie a rotelle; la dama di compagnia che vorrebbe solo essere invisibile, e le due cugine zitelle. In più, la numerosa servitù, su cui spiccano la geniale cuoca, il maggiordomo Teodoro, e l’altera e procace cameriera Agatina.
Contemporaneamente al cuoco letterato è giunto al castello il signor Ciceri, un fotografo: cosa sai venuto a fare al castello non è ben chiaro, come in verità anche l’Artusi. In questo umano e un pò sospetto entourage, piomba gelido il delitto. Teodoro è trovato avvelenato e poco dopo una schioppettata ferisce gravemente il barone Romualdo.
I sospetti seguono la strada più semplice, verso la povera Agatina. Sarà Pellegrino Artusi a dare al delegato di polizia le dritte per ritrovare la pista giusta.

3) L’allieva
Gazzola Alessia, Longanesi
Euro 18,60

Alice Allevi è una giovane laureanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un pò distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l’istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall’affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più).
Fino all’omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un’aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri.
Perchè stavolta conosce la vittima.

********

Tutti i libri sopra elencati potete trovarli presso:

Libreria Editrice Il Leggio

Viale Padova, 5 – 30019 Pontecagnano (SA)

tel. 0895540099 – fax 0895544616

email: illeggio1979orchidea@gmail.com

 

Vaga…. luna.. nell’avvenire dei ricordi

 l’avvenire dei ricordi nella continua metamorfosi della memoria….

“Doveva essere l’avvenire che avrebbe informato mglio. Naturalmente l’avvenire dei ricordi! Egli doveva apprendere che il lavoro della memoria può muoversi nel tempo come gli avvenimenti stessi. Questa doveva essere una esperienza importante sebbene non la più importante di quel delizioso lavoro ch’egli stava facendo. Riviveva proprio le cose e le persone”
(Italo Svevo – L’avvenire dei ricordi, Mondadori 2004)

immagini come appigli, sicure corde cui aggrapparsi… fino a naufragare dentro una memoria involontaria… fino a riconoscere un ideale oggetto smarrito, un assente che potrebbe fare ritorno perchè c’è…

e ancora vaghe idee….

…. e vaga luna