“Tu come mi vedi, nel tuo universo?” Antonio non rinuncerà mai a provocarmi su questi temi.
“Come una stilla di gioia”. Ho fatto centro: è soddisfatto.
“E me, come mi vedi tu nell’universo?” domando a mia volta.
Rimane perplesso, non sa cosa rispondere. Provo a suggerire: “Un atomo di luce… Una nota musicale…” Poi lui si decide arriva, come sempre, la risposta tutta sua:
“Per me tu sei l’universo. Tu e le nostre monelle”.
Mi fa piacere che per lui sia così, anche se io non mi sentirò mai al centro dell’universo, ma nell’ultimo angolino, a svolgervi un ruolo modesto quanto necessario, quello di contribuire, insieme ad innumerevoli atomi di vita, a farlo esistere.
Avremo un futuro? Il coraggio di saperlo non mi mancherebbe di certo. Ma in proposito non posso fare altro che opinare. In che modo si trasformerà la forza vitale che è in noi? Probabilmente non lo sapremo mai; e se lo sapremo dopo, non potremo tornare alla scrivania per raccontarlo!
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Scritto a Monteflavio nel 2004
Finito di rivisitare per il blog nel 2016