Femminismo della ragione, ottimismo della volontà

Sebben che siamo donne

Si è concluso oggi il Feminist Blog Camp, la parola dice già tutto.. purtroppo a me, non ha detto niente.

E’ almeno un mese che mi preparo all’evento.. macchè, molto ma molto di più!
Come? Pensando di essere anch’io una blogger (perchè femminista lo ero già, come tutti, dalla nascita). Avevo scritto all'”organizzazione” per chiedere se anch’io, neo-blogger alle prime armi senza Blog, vi potessi partecipare. Anzi, mi sa che vi avevo chiesto se vi fossero limiti d’eta.. sono un pò giovinetta e pensavo che l’evento fosse per le signore. Sai com’è..

Si vede che sono una pivella nel mondo delle Blogger: qui è tutto orizzontale.. RETE, RETE, RETE! Qui siamo tutte uguali. Quegli sguardi dai piedi (o dalle scarpe) in su, qui non funzionano. O almeno, qualcuno ci prova ancora, ma riesce solo in parte.
Qui, sul web, non ci si vede, non ci si odora, non ci si sente e si è al pari delle altre, o degli altri. Si può essere una perfetta sconosciuta come me, o una grande giornalista. Non fa molta differenza (a parte le grandi grandi o i grandi grandi, ma a chi di noi interessa?).

No, non è un rapporto asettico, non è una fantasiosa e romantica idea del mondo delle blogger e delle donne che ho conosciuto in rete. Sono fatti, fatti riscontrati nel gruppo msn, nato grazie alla grandiosa idea di Jan Massola (ovvero Ponti Tibetani), il gruppo “donnexdonne” al quale appartengo e unico gruppo MSN al quale abbia mai partecipato attivamente.
Da Snoq Salerno, parte il mio fare conoscenza con le blogger; anzi, con le donne del, e sul, web. Femministe della rete: donne, mamme, viola, violette, fikesicule, malefemmene, giornaliste, imprenditrici, soprattutto di se stesse. Insomma, una ricchezza infinita che ancora mi viene da chiedere come sono entrata a far parte di questo variegato e ‘potente’ gruppo di donne. Io, no womanwithweb, senza nemmeno una “casa originale per i miei articoli”, proprio dal basso, da msn!
Io, blogger e timida twittera, come ho fatto?

Come ho fatto, non ho fatto nulla. Ho lanciato qualche twit qua e là e il web li ha democraticamente raccolti. Nessuno si è preoccupato di capire chi fossi, perchè leggevano quello che sono. Sono una, interessata alla politica, al mondo femminile, al rispetto. Una come le altre, che vuole un paese e un modo migliore di vivere e soprattutto ci si vuole impegnare in prima persona, senza aspettarsi nulla in cambio se non questo, cioè quello che ho trovato: un gruppo di donne (e uomini) nella rete – prese, come me, da questo mondo accattivante e imperdibile.

E così, ahimè, mi vedevo immersa lì, al Feminist Blog Camp, piena di sensazioni e di entusiasmo, in mezzo a tante donne più esperte, più sicure, più vecchie di me in rete. Donne che scrivono da anni, che si impegnano come non mai e di cui pochi sanno. Che poi..
vengono fuori invece! Fanno #Snoq, #Donnexdonne, #NPdonne, #Femblogcamp! Cavolo se vengono fuori!
E io lì, in mezzo a loro, prima timida, poi, dopo uno o due giorni, via.. mi avrebbero preso fra le braccia (che molte sono mamme), le ragazze giovani mi avrebbero indicato la strada e avrebbero chiacchierato con me allegre. Io avrei potuto apprezzare i loro interventi dal vivo_ Altre, o altri – c’erano e sono intervenuti degli uomini..
e io che credevo di non poter partecipare per età o ‘status bloggis’, involontariamente cresciuta a base di vecchie prassi – mi avrebbero ascoltato mentre mi presentavo, dicevo cosa ne penso di noi.

Invece sono a casa. Non sono potuta andare. Presa da un viaggio che forse cambierà la mia vita, presa dai problemi di tutti_salute, soldi, esistenza.. ma alla fine penso: ovunque andrò, potrò rimanere sempre ‘attaccata’, in linea, connessa a queste persone. Anzi, potrò crescere e fare con loro. E magari scrivere qualcosa in merito, collegandomi al Blogging day dell’11/11/11 nato per sostenere e pubblicizzare la raccolta fondi.

Penso che potremo andare avanti, fare ancora, fare meglio, incontrarci di più, rifare il Camp e altre iniziative del genere (o di genere).
Penso che potrò esserci la prossima volta a Torino, stabilita una stabilità (che non è un luogo ma un obiettivo), potrò esserci perchè è questo che intendo fare, o anche questo. E la cosa che spero di più è di poter fare qualcosa di concreto, creare buone prassi per le donne e conservare (sempre e comunque) questa assenza di giudizio, questa correttezza internautica che non mi fa più vedere e pensare: “guarda com’è questa! Di certo sarà…”.
Non è una buona prassi stabilire che il web è possibilità di Essere e di conseguenza, non è una buona prassi attuare comportamenti simili nella nostra vita sociale e politica per cambiare le cose dentro? E’ tutto lì il cambiamento.
Prima sapere, poi giudicare. Anzi, scegliere. Non categorizzare. La rete ci serve a questo, la sua democreticità orizzontale, la sua clemenza sta in questo. Non c’è più bellezza, bruttezza, seno e labbra o muscoli gonfiati da sfoderare; c’è invece la possibilità di incontrare e mettere assieme le competenze e le intelligenze emotive di ognuna di noi, rimanendo lontane dagli stereotipi (prima che di genere, dalle rigidità dei vostri vecchi schemi mentali), “distanti” al punto giusto per aprrezzare, collaborare e fare RETE con tutti: è questo lo scopo del wWw.

This must be the place.

Irene Grandi – Un Motivo Maledetto (video clip)

Mando una canzone, una canzone d’amore
Che d’amore non ha niente perchè
Ho troppo sogno e non mi vengono le parole
Non sono brava come te

Ho chili d’affetto che tengo nel frigo
è roba di qualità
Mi alzo dal letto perchè c’è un motivo
Che canta in testa e fa……. du……. du……. du…

Mando una canzone senza la melodia
Vuoi vedere che mi piace di più
La butto giù e poi la butto via
Ed alla fine non la mando più

Venere in bilancia sai che allegria
Promette una novità
L’oroscopo dice portate pazienza
Piccole difficoltà

Senza testa, senza voglia, sola senza di te
Qui non si muove una foglia
Non rallenta la memoria e quel che resta di te
è ancora un suono nell’aria ancora
Mi tormenta gira in testa come un messaggio per te
Rinchiuso in una bottiglia
Gira in testa e non si ferma si prende gioco di me
Questo MOTIVO MALEDETTO che fa……. du….. du…. du…

Il telefono rosso, il telefono del cuore
Di rosso non ha niente più
Piuttosto sembra giallo tipo giallo limone
Ed io lo immaginavo blu

Una canzone d’amore invece nossignore
Per me d’amore non ce n’è
E mi trascino per casa con gli occhiali da sole
Domandandomi perchè

Senza testa, senza voglia, sola senza di te
Qui non si muove una foglia
Non rallenta la memoria
Ma cattiveria non c’è se ti telefono

Credevo fossi solo e che pensassi a me
Mi vergogno all’improvviso ed ho paura a dirti che
Se mi lasci muoio se una giustizia vera c’è
Ora tu sei prigioniero di un UN MOTIVO MALEDETTO che fa
Du….. du….. du…

La mia… danza…

Smarrita nell’oscurità della tua assenza ho vagato in cerca di quella calda luce che mi aveva illuminata…

Ho atteso…

Ho desiderato che tu tornassi qui…

Adesso posso riprendere la mia danza tra le dolci note che fioriscono dal tuo
…Sentire…

.

Tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, un punto sei che non ruota mai intorno a me, un sole che splende per me soltanto, come un diamante in mezzo al cuore.

G Faletti Signor Tenente video di Notturna

Forse possiamo cambiarla ma è l’unica che c’è
Questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
Forse cent’anni o duecento è un attimo che va
Forse di un attimo appena
Sarebbe con me tutti vestiti di venti ad inseguirci nel sole
Tutti aggrappati ad un filo e non sappiamo dove
Minchia signor tenente che siamo usciti dalla centrale
Ed in costante contatto radio
Abbiamo preso la provinciale
Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera
Nascosto bene la nostra auto c’asse vedesse che non c’era
E abbiamo montato l’autovelox e fatto multe senza pietà
A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età
E preso uno senza patente
Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava
La provinciale sembrava un forno
C’era l’asfalto che tremolava e che sbiadivo tutto lo sfondo
Ed è così tutti sudati che abbiam saputo di quel fattaccio
Di quei ragazzi morti ammazzati
Gettati in aria come uno straccio caduti a terra come persone
Che han fatto a pezzi con l’esplosivo
Che se non serve per cose buone
Può diventar così cattivo che dopo quasi non resta niente
Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie quando sono derise da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese
E c’è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola, se chi ci ammazza prende di più
Di quel che prende la brava gente
Minchia signor tenente lo so che parlo col comandante
Ma quanto tempo dovrà passare per star seduto su una volante
La voce in radio ci fa tremare, che di coraggio ne abbiamo tanto
Ma qui diventa sempre più dura quanto ci tocca fare i conti
Con il coraggio della paura, e questo è quel che succede adesso
Che poi se c’è una chiamata urgente se prende su e ci si va lo stesso
E scusi tanto se non è niente
Minchia signor tenente per cui se pensa che c’ho vent’anni
Credo proprio non mi dà torto
Se riesce a mettersi nei miei panni magari non mi farà rapporto
E glielo dico sinceramente
Minchia signor tenente

OLANDA VS ITALIA: i monumenti architettonici

 

 

L’Italia è la patria dell’architettura antica, nessuno lo può mettere in discussione, ma rispetto a molti altri paesi europei e non, il nostro patrimonio non sempre viene adeguatamente valorizzato, e soprattutto molto spesso non si guarda al contemporaneo, non che non ci siano esempi di un certo livello – come il MAXXI  a Roma – ma ai più risultano sconosciuti!

L’Olanda, ad esempio, è piena di edifici architettonici e moderni degni di nota, è un paese che tiene realmente a darsi un’immagine nuova e soprattutto all’avanguardia, con architetti liberi di sperimentare idee innovative e talvonta un pò strane, come ad esempio le case cubiche di Rotterdam.

Pur essendo piccola, l’Olanda, attualmente è ricca di studi professionali di architetti di fama mondiale, tra cui Rem Koolhaas, i Mecanoo, gli MVRDV, Ben Van Berkel, i West8 e molti altri, e non a caso le loro opere sono sparse in tutto il mondo, poichè sono molto attenti ai temi della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico e famosi per il loro senso di funzionalità e praticità.

 

In Italia il dibattito architettonico è stato introdotto grazie ai libri di Luigi Prestinenza Puglisi che, per primo, ne parla facendo riferimento agli architetti olandesi, soprattutto a Rem Koolhaas. Quest’ultimo nell’Educatorium di Utrecht si pone l’obiettivo di trasformare la sede dell’università in una rassegna delle principali tendenze architettoniche olandesi, come centro di attività e di incontro per gli studenti delle varie facoltà. La particolarità di questo edificio è che sembra avvolgersi su sè stesso, è come se vi fosse una sola superficie pieghevole – il solaio diventa copertura e poi di nuovo solaio – dimostrando che l’edilizia sostenibile possa essere sinonimo di buona architettura. Non a caso, è stato incaricato di progettare la Città dei giovani a Roma per il restyling degli ex mercati generali di via Ostiense, trasformandoli in un complesso polifunzionale.

Avete mai visto invece alcune sedi della facoltà di Architettura di Roma?

In più in Olanda, per preservare l’architettura storica per le generazioni future, il governo garantisce il supporto per la loro conservazione a cura di un’organizzazione che si occupa dei beni culturali olandesi e che lavora per la protezione e la salvaguardia dei monumenti locali.

Qui in Italia mi sembra quasi che i nostri più cari monumenti non siano degnati di molta attenzione, mi guardo intorno e li vedo caderli letteralmente in pezzi, abbandonati e/o deturpati – come ad es. l’area archeologica di Mazzagosto – o restauri a mio avviso molto criticabili – come il pavimento dell’abbazia di Fossanova – o addirittura dobbiamo sopportare la vendita di edifici storici pubblici…

Forse allora non è una buona idea, detto in maniera spicciola, dare in gestione il marchio del Colosseo in cambio di un restauro?

Io vedo solo gente disinteressata al futuro dei nostri monumenti o “interessati” solamente ai propri tornaconti, anzichè affiancare al patrimonio storico nuove strutture, che darebbero un’immagine più moderna a questo paese. Dovremmo magari dare un’occhiata alle città olandesi e cercare di coglierne gli aspetti più positivi, come ad esempio a rispettare l’ambiente e le sue risorse, stando all’avanguardia e al passo con i tempi.

A me sembra che non interessi a nessuno cambiare ciò che già c’è e che funziona, anche se male, forse è solo uno spreco di soldi migliorare l’immagine degli edifici? La gente comincia a rendersi conto di ciò che non va, ed a lamentarsi… ma nonostante ciò non si fa niente!